PETITES ÉCOLES DE PORT-ROYAL
PETITES ÉCOLES DE PORT-ROYAL
L’espressione P.É. (piccole scuole) viene molto usata nel Seicento in Francia per indicare le scuole «di iniziazione», in cui si insegnano i primi rudimenti del leggere e dello scrivere. Hanno avuto speciale risonanza le «piccole scuole» fondate dall’abate di Saint-Cyran (1581-1643), con la collaborazione attiva di un gruppo di intellettuali, i «solitari» di Port-Royal. Queste P.É. non sono però semplici scuole elementari: i giovani vi ricevono una formazione completa in un ambiente di internato.
1. Le tappe principali che scandiscono la breve vita delle P.É. de P.-R. sono queste: nell’estate del 1637 un piccolo gruppo di ragazzi è accolto a Port-Royal-des-Champes, un monastero femminile cistercense a 25 km da Parigi, per iniziativa di Saint-Cyran. Questi, all’inizio della sua attività, si propone di formare sacerdoti istruiti e capaci, ma molto presto, rispondendo alle attese degli amici, vengono raccolti a Port-Royal ragazzi che non intendono abbracciare lo stato ecclesiastico. Come primo maestro è scelto un giovane prete: Antoine Singlin (1607-1664). I contrasti con l’autorità reale e con quella ecclesiastica sono all’origine di diversi cambiamenti di sede (Port-Royal-de-Paris, Chesnay, Port-Royal-des-Champes, Les Granges, Chesnay). Dopo aver conosciuto anche momenti di forzata dispersione degli allievi, le scuole furono soppresse da Luigi XIV nel 1660.
2. Le P.É. si collocano nel contesto del movimento di riforma etico-religiosa promosso dal → Giansenismo. A questa voce rimandiamo per ciò che riguarda gli orientamenti culturali, i maestri, la produzione letteraria e pedagogica. Alla preoccupazione di rigore morale e alla critica dei costumi e della religiosità del tempo è unita, nei portorealisti, una forte sensibilità scolastico-educativa. Senza negare l’importanza della funzione della famiglia nell’ambito dell’educazione, essi affermano la necessità dell’istruzione e danno una speciale importanza alla scuola. Un insegnamento solido è considerato indispensabile per poter conoscere quello che si deve fare nella vita e per prepararsi in modo adeguato a servire Dio e difendere le proprie convinzioni. In prospettiva schiettamente cristiana, le P.É. si propongono di raggiungere alcuni obiettivi: preservare dal male gli «eletti», restaurare la natura decaduta, chiarire la ragione e raddrizzare la volontà. Su questa base poggiano i valori della libertà interiore, della sincerità, della padronanza di sé.
3. Nella proposta dei mezzi educativi, uno speciale accento viene pure messo sugli aspetti religiosi: a) creazione di un ambiente pulito mediante la scelta attenta dei maestri e delle persone che entrano in contatto con gli allievi; è proibita la frequenza dei teatri e le opere classiche si studiano in edizioni «purgate» dai passaggi ritenuti pericolosi; b) disciplina seria, anche se sempre paterna e ragionevole; c) castighi poco frequenti, e quelli corporali in casi gravi dopo aver esaurito altri mezzi; d) vigilanza continua per prevenire le occasioni di pericolo. Il maestro responsabile di ogni gruppo di ragazzi (da quattro a sei) è sempre presente tra di loro nei diversi momenti della giornata e nei diversi ambienti, anche nella camerata di sera. Curare la dimensione morale e religiosa non significa trascurare gli altri aspetti dell’educazione; anzi a Port-Royal si mira con serietà a far imparare «l’arte di ben condurre la propria ragione nella conoscenza delle cose» (Lancelot-Arnauld, 1969, 104). I titoli di due testi fondamentali sono, a questo proposito, significativi: Grammaire generale et raisonnée (A. Arnauld - C. Lancelot), la Logique de Port-Royal (A. Arnauld - P. Nicole). D’altra parte, il programma culturale, svolto con gradualità, è ampio: lettura, scrittura, lingue (fr., lat., gr.), spiegazione di autori, matematica e materie scientifiche, geografia e storia, retorica, filosofia.
4. Dal punto di vista pedagogico, la risonanza e l’influsso di Port-Royal sono legati anzitutto alla ricca personalità dei «solitari», all’impegno educativo di questi «asceti austeri e amorevoli» e alla fortuna e diffusione dei loro saggi e testi scolastici, in cui si avvertono tracce di autori classici (→ Cicerone, → Quintiliano, → Seneca) e di altri più recenti (→ Erasmo, → Montaigne, → Descartes, → Comenio).
Bibliografia
Lancelot C. - A. Arnauld, Grammatica e logica di Port-Royal, a cura di R. Simone, Roma, Ubaldini, 1969; Delforge F., Les P.É. de P.-R., 1637-1660, Paris, Cerf, 1985; Hildesheimer F. - M. Pieroni Francini, Il Giansenismo, Cinisello Balsamo (MI), Paoline, 1994; Prellezo J. M. - R. Lanfranchi, Educazione e pedagogia nei solchi della storia, vol. 2, Torino, SEI, 2004; Weaver F. E., La contre-réforme et les Constitutions de Port-Royal, Paris, Cerf, 2004.
J. M. Prellezo