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MUSICA E EDUCAZIONE

 

MUSICA E EDUCAZIONE

Il fenomeno musicale ha interessato numerosi studiosi non solo di teoria musicale, di storia della m., di semiologia, di estetica musicale, ma anche esperti di filosofia, psicologia, sociologia, pedagogia, linguistica, e più recentemente di scienze della​​ ​​ comunicazione.

1.​​ Significato della m.​​ È facile notare come la m. investa in mille modi l’esistenza dei giovani e non, e quanto incida nella vita quotidiana, fino al punto che spesso quest’ultima venga definita a «tempo di m.». Dietro tale accentuato e rinnovato interesse delle nuove generazioni per la m., c’è una rete di aspirazioni, desideri, conflitti e relazioni, che merita attenzione. Come altre forme di espressione, la m. riesce a comunicare il mondo interiore, in forza di una ricca valenza simbolica e un grande potere evocativo. Essa, perciò, ha potuto assumere ed esprimere pienamente l’orizzonte di senso che avvolge la vita delle giovani generazioni, divenendo occasione di comunicazione, di trasmissione di senso, di socializzazione e di espressione di vita in forma tanto simbolica quanto concreta. Sul significato della m. e sulla sua capacità intrinseca di parlare all’uomo e di far parlare l’uomo col suo linguaggio, c’è la testimonianza di uno sviluppo costante nella storia del pensiero umano. La persona umana, dotata di intelligenza, sentimento, desiderio, emozioni, tesa alla realizzazione della propria autonomia e libertà, ha in ogni tempo e situazione colto ed espresso, attraverso la m., le dimensioni fondamentali della sua esistenza: la relazionalità, la storicità e la trascendenza.

2.​​ Il​​ linguaggio musicale.​​ Il linguaggio musicale, oltre a penetrare e ad esprimere la parte più intima e recondita della persona, quella che costituisce il mistero stesso dell’uomo, permette una comunicazione ricca e sensata tra le persone, perché collima mirabilmente con la struttura dialogica e interpersonale dell’essere umano. Alcune esigenze peculiari della m., come ad es. l’ascolto, il silenzio, la condivisione, portano la persona da uno stile di chiusura e di solitudine alla partecipazione e alla manifestazione delle proprie convinzioni e del proprio sentimento. Strumento di comunicazione e di comunicazione interpersonale, essa crea spazi di verità, libertà, gioia, entusiasmo, poiché conduce gradualmente l’uomo nel profondo di se stesso e contemporaneamente lo spinge ad aprirsi alla realtà che lo circonda, manifestando il tutto di sé. La comprensione dello stimolo musicale e della sua percezione occupa gli studiosi di psicologia, già impegnati a considerare gli effetti dei contesti e delle varie forme musicali. Anche l’esperienza dell’appropriazione musicale è vista in riferimento allo schema culturale personale, senza tralasciare la discussa problematica circa la m. come dote naturale oppure acquisita. Dal punto di vista dell’estetica della m. viene riaffermata in maniera indiscussa l’idea di una stretta analogia tra m. e sistema linguistico. Il codice musicale è una ricchezza che possediamo naturalmente, come esseri umani; occorre ovviamente abilitarsi a decodificare, per ottenere il massimo della comunicazione. Pur differenziandosi la valenza culturale ed evocativa dei diversi messaggi musicali, dati dalla varietà delle forme e dei generi, ogni comunicazione sonora tende a raggiungere la persona nel profondo, per stimolarla all’assimilazione del messaggio e all’elaborazione di una risposta pertinente ed originale nel contempo. Ecco le funzioni attribuite al linguaggio musicale: a)​​ una funzione ludica,​​ che permette di interpretare e sentire la vita come gioco; b)​​ una funzione catartica,​​ che purifica e rasserena la persona nelle diverse situazioni difficili della sua esistenza (​​ musicoterapia); c)​​ una funzione didascalica,​​ attraverso la quale la m. si trasforma da semplice codice linguistico a forza educativa; d)​​ una funzione creativa,​​ che consiste nel riuscire ad esprimere attraverso la m., in forma artistica, un contenuto originale; e)​​ una funzione religiosa,​​ per cui la m. conduce l’uomo alla gratuità, alla bellezza e alla profondità del proprio essere; di qui facilmente può scaturire l’apertura alla trascendenza.

3.​​ Simbolismo e pedagogia.​​ La m., come forza di concentrazione della persona su se stessa, fa maturare l’attitudine all’ascolto e orienta l’uomo ad allargare l’orizzonte interpretativo dell’intera sua esistenza. Emerge chiara una funzione simbolico-formativa, in un certo senso pedagogica, della m. da non trascurare. Essa, infatti, come del resto le altre arti, viene a contribuire direttamente alla formazione integrale della personalità, attraverso lo sviluppo dell’intelligenza e del carattere. Tali condizioni sono richieste per la maturazione umana, e sono essenzialmente prerogativa per apprendere ed esercitare un’arte. Il grande valore educativo dell’arte consiste proprio nell’esercizio dell’immediatezza impulsiva ed estrosa e nell’affermazione della libertà. Man mano che le capacità umane si sviluppano, si comprende il linguaggio e il senso della m., ma d’altra parte le abilità musicali e il gusto estetico contribuiscono alla definizione di alcuni tratti della personalità. Il linguaggio musicale troppe volte è stato considerato misterioso e incomprensibile, oppure privo di spessore semantico e dotato soltanto di un significato strutturale. Esso certamente non indica con precisione oggetti, eventi, personaggi, manca cioè di potenza denotativa, ma esprime la realtà in modo simbolico, rappresentando degli oggetti, degli eventi e dei personaggi solo le caratteristiche astratte che rimandano alla realtà significata in quanto tale. Si dice perciò che la m. ha una forte valenza simbolica e riesce così a descrivere una molteplicità di azioni, di stati d’animo, e di vicende umane, in modo che l’uomo ne percepisca pienamente il relativo messaggio. La funzione simbolica della m. può essere colta nell’espressione sonora più semplice come nell’opera d’arte maggiormente complessa. In concreto essa si esplicita in quattro ambiti di significato: il​​ primo​​ (onomatopeico), il più semplice, è quello che riguarda la capacità del suono di imitare alcune voci dalla natura, come ad esempio il vento, gli animali, ecc.; il​​ secondo​​ (sinestesico) si fonda sull’analogia tra realtà percepibili da sensi diversi (si accostano qualità visive, spaziali, tattili ecc. a quelle sonore); il​​ terzo​​ (fisiognomico) ambito di significato simbolico della m. copre l’ordine psicologico-emotivo. La m. può esprimere stati psichici ed emozioni, perché queste situazioni sono sempre accompagnate da modificazioni fisiologiche; il​​ quarto​​ (temporale) considera la capacità della m. di esprimere realtà disposte nel tempo. Il campo della significazione musicale si completa con lo studio della valenza evocativo-connotativa. Questa, più che fondarsi sulla struttura del codice musicale, fa leva sulla cultura e sulle convenzioni maturate tra gli uomini nel corso dei secoli; si direbbe quindi che è un fatto determinato dalla mediazione culturale.

4.​​ L’educazione musicale a scuola.​​ Le linee portanti di questa breve riflessione sulla m., sul suo significato, sulla sua funzione di linguaggio e sulla sua valenza simbolica e pedagogica, costituiscono parte di un ampio quadro di riferimento a cui gli attuali programmi per la scuola media italiana si sono ispirati. Ai fini infatti della maturazione espressiva e comunicativa del preadolescente, ultima categoria di studenti che s’imbatte nella m. a scuola, risulta più significativo ed efficace un modello di educazione musicale che passi da una preoccupazione di didattica musicale ad una pedagogia della e con la m.

Bibliografia

Della Casa M.,​​ La comunicazione musicale e l’educazione,​​ Brescia, La Scuola, 1974;​​ I​​ nuovi programmi per la scuola media. Interpretazioni,​​ commenti,​​ testi,​​ Ibid., 1979; Peretti M.,​​ Pedagogia ed esperienza musicale,​​ Ibid., 1980; Cano C.,​​ Simboli sonori,​​ Milano, Angeli, 1985; Stefani G.,​​ M. con coscienza,​​ Cinisello Balsamo (MI), Paoline, 1989; Ferrari F.,​​ Giochi d’ascolto. L’ascolto musicale come tecnica di animazione, Milano, Angeli, 2002.​​ 

A. Lobefalo