MURRAY Henry Alexander
MURRAY Henry Alexander
n. a New York nel 1893 - m. a Cambridge nel 1988, medico e psicologo statunitense.
1. Dopo aver conseguito ad Harvard la laurea in storia, si laurea in medicina alla Columbia University (1919). Si specializza in biologia e chirurgia e prosegue i suoi studi a Cambridge, laureandosi in biochimica. Inizia quindi ad interessarsi di psicologia e di psicoanalisi, legge i testi di S. → Freud e di → Jung. Nel 1928 viene promosso assistente e direttore della Clinica Psicologica della Harvard University. Completata la formazione psicoanalitica, è tra i fondatori della Società Psicoanalitica di Boston e a partire dal 1937, anno in cui diventa professore associato di psicologia, promuove ad Harvard lo studio della teoria psicoanalitica, proponendosi di individuare gli strumenti per sottoporre a verifica empirica le intuizioni cliniche di Freud e mettere così a punto una serie di strumenti per la misurazione della personalità. I risultati di questo lavoro di ricerca verranno esposti nel volume Explorations in personality (1938). Nel 1943, anno in cui mette a punto e pubblica il Thematic Apperception Test (TAT - Test di appercezione tematica), che è ancor oggi uno dei → test proiettivi maggiormente usati nell’indagine clinica della personalità, lascia Harvard per entrare nel Corpo Medico dell’esercito, dove fonda e dirige l’Office of Strategie Services, con il compito di selezionare e reclutare i candidati per missioni segrete o pericolose.
2. Nel 1947 riprende ad Harvard, dove verrà nominato professore, gli studi sulla personalità, continuando a mettere a punto la sua teoria psicologica e pubblica The assessment of men (1948). Continua inoltre a coltivare interessi storici e letterari e, nel periodo della «guerra fredda», in una serie di articoli polemici, sottolinea il rischio di una guerra atomica e sostiene la necessità che gli intellettuali si impegnino in una «azione pedagogica che consenta una radicale conversione, o rieducazione ai valori della vita e della libertà» La teoria di M. – la «personologia» – che vuol essere una teoria comprensiva della personalità, ha il proprio nucleo nello studio dell’individuo considerato in tutta la sua complessità. Dopo aver messo in rilievo il carattere organico del comportamento e l’importanza del contesto ambientale e socio-culturale, M., pur sottolineando le basi biologiche della personalità e del comportamento, sostiene che i dati fondamentali dello psicologo non sono rappresentati dai processi fisiologici e neurologici che sottendono il comportamento ma piuttosto dai procedimenti, e cioè dalle interazioni tra il soggetto psicologico e il suo oggetto.
3. Secondo M., un’adeguata comprensione della → motivazione umana deve basarsi su un sistema che faccia uso di un numero sufficientemente vasto di variabili per riflettere, almeno in parte l’immensa complessità dei motivi umani allo stato più elementare. Centrale, nella sua «personologia», è il concetto di bisogno, definito come «un costrutto (o immagine conveniente o concetto ipotetico) che simboleggia una forza [...] nella zona cerebrale che organizza la percezione [...] la volizione [...] e che si manifesta inducendo l’organismo a ricercare o a evitare lo scontro o, qualora esso sia in atto, a badare e a rispondere a pressioni di natura particolare». Per M. i bisogni sono caratteristicamente accompagnati da un sentimento o emozione di intensità variabile, sono persistenti nel tempo e danno inoltre origine a un particolare corso di comportamento o fantasia che cambia lo stato iniziale in modo da creare una situazione finale che fermi, calmi o soddisfi l’organismo. Dopo aver sottolineato le determinanti socioculturali e l’unicità essenziale di ogni persona o comportamento, e sostenuto la necessità di uno studio completo, particolareggiato e intensivo del soggetto singolo nonché l’importanza della cooperazione fra le varie discipline nello studio della personalità, M. ribadisce l’importanza dell’osservatore o psicologo; e mettendo a punto la tecnica del concilio diagnostico, che include diversi osservatori, tutti impegnati, seppure da differenti punti di vista, nello studio dello stesso soggetto.
Bibliografia
M.H.A. (Ed.), Personality in nature, society and culture, New York, Knopf, 1971; Maddi S. R. - P. Costa, Humanism in personology: Allport, Maslow and M., Chicago, Aldine-Atherton, 1972; Rabin A. I. et al., Further explorations in personality, New York, Wiley, 1981.
F. Ortu - N. Dazzi