1

MAGISTRALE istituto / scuola

 

MAGISTRALE: istituto / scuola

L’istituto m. (scuola secondaria di durata quadriennale finalizzata alla preparazione degli insegnanti elementari) e la scuola m. (fino al 1933 definita scuola di metodo per l’educazione materna, di durata triennale, per la formazione degli insegnanti della scuola materna) furono entrambi istituiti nell’ambito della riforma scolastica del 1923, rispettivamente previsti dal R.D. 6.05.1923, n. 1054 e dal R.D. 31.12.1923, n. 3106.

1. L’istituto m., inizialmente di durata settennale (quadriennio inferiore e triennio superiore) e organizzato secondo un impianto umanistico e didattico ispirato a quello del ginnasio-liceo, sostituì le preesistenti​​ ​​ scuole normali, con il proposito di privilegiare più la formazione culturale che le competenze tecnico-professionali come dimostrava l’arricchimento dei programmi (che prevedevano anche l’insegnamento della filosofia e del lat.) e la contestuale soppressione del tirocinio che ampio spazio aveva avuto nella tradizione normalista. L’abilitazione m. consentiva l’accesso, previo esame di ammissione, agli Istituti superiori di Magistero per il conseguimento della laurea universitaria (pedagogia, materie letterarie, lingue e letterature straniere) e del diploma di vigilanza ai fini della carriera direttiva nella scuola elementare. La scuola m., a sua volta, regolamentò finalmente in modo organico dopo un dibattito e tentativi durati per molti decenni, la preparazione del personale docente nelle scuole infantili. Mentre gli istituti m. furono presenti in prevalenza nell’ambito dell’istruzione statale, le scuole m. (caso piuttosto infrequente nel sistema scolastico italiano) furono per lo più affidate all’iniziativa di enti e privati con un intervento dello Stato piuttosto modesto.

2. Col trascorrere degli anni tanto l’istituto m. quanto la scuola m. sono stati interessati da notevoli cambiamenti, pur nella permanenza del quadro normativo definito nel 1923. In seguito alla unificazione, prevista dalla riforma Bottai del 1939, dei corsi inferiori nella scuola media triennale, l’istituto m. assunse la fisionomia quadriennale che conserva tuttora. Con i programmi del 1945 furono introdotti l’insegnamento della psicologia e la pratica del tirocinio allo scopo di potenziare gli aspetti professionali del corso di studi. La liberalizzazione degli accessi universitari del 1969 rese infine necessaria la creazione negli istituti m. del cosiddetto quinto «anno integrativo» per equiparare la durata quadriennale ai corsi quinquennali degli altri istituti secondari. Nel frattempo il riordino degli esami di Stato del febbraio 1969 trasformò l’abilitazione m. in «maturità m.». A partire dalla fine degli anni Settanta, in mancanza di interventi riformatori nel settore dell’istruzione secondaria (più volte progettati, ma mai andati in porto) tanto l’istituto m. quanto la scuola m. sono stati soggetti a numerosi processi di sperimentazione quinquennale. Sono state in tal senso avviate numerose esperienze di liceo pedagogico e di liceo psico-socio-pedagogico. Le vicende sopra descritte si sono, a loro volta, intrecciate con i dibattiti sulla qualità, la durata e l’impianto culturale della formazione degli insegnanti primari e della scuola materna. Con il tempo è prevalsa la convinzione dell’opportunità del suo spostamento a livello universitario. Questo traguardo, già indicato nella L. delega del 1973, è stato sancito dalla L. di riforma universitaria n. 341 del 1990 che ha infatti previsto l’istituzione di un apposito corso di laurea per la formazione degli insegnanti primari e della scuola materna (corso di laurea in Scienze della formazione primaria) avviato in una ventina di sedi universitarie a decorrere dall’anno accademico 1997-98. Di conseguenza con D.L. 10 marzo 1997 il Ministero della Pubblica Istruzione ha progressivamente soppresso i corsi dell’Istituto M. che ha definitivamente cessato di esistere alla fine dell’anno scolastico 2001-02.​​ 

Resta aperto il dibattito nell’ambito del riordino della scuola secondaria se sia opportuna la persistenza di un indirizzo psico-socio-pedagogico (tesi sostenuta da quanti ritengono necessario coltivare la cultura socio-educativa fin dagli anni adolescenziali, pur in un quadro di ampia flessibilità, già fatta propria dalla Commissione Brocca e confermata dalla L. n. 53 / 2003 che prevede il liceo delle Scienze Umane) anche per l’accesso ai corsi universitari di tipo pedagogico oppure sia sufficiente una buona formazione culturale generale.

Bibliografia

Ministero dell’Educazione Nazionale,​​ Dalla riforma Gentile alla Carta della scuola,​​ Firenze, Vallecchi, 1941; Agazzi A.,​​ La formazione dell’insegnante,​​ Bari, Laterza, 1964; De Vivo F.,​​ La formazione del maestro dalla legge Casati ad oggi,​​ Brescia, La Scuola, 1986; Zuccon G. C.,​​ Il progetto della Commissione Brocca. Piani di studio della scuola secondaria superiore e programmi del biennio,​​ Ibid., 1991; Di Pol R. S.,​​ Cultura pedagogia e professionalità nella formazione del maestro italiano, Torino, Sintagma, 1998; Luzzatto G.,​​ Insegnare a insegnare. I nuovi corsi universitari per la formazione dei docenti, Roma, Carocci, 1999; Chiosso G.,​​ Le débat sur la formation des enseignants en Italie, in «Politique d’Éducation et de Formation»​​ (2002) 5, 81-94; Galliani L. - E. Felisatti,​​ Maestri all’Università. Modello empirico e qualità della formazione iniziale degli insegnanti, Lecce, Pensa, 2002; Damiano E.,​​ L’insegnante. Identificazione di una professione,​​ Brescia, La Scuola, 2004.​​ 

G. Chiosso