GRAMMATICA
GRAMMATICA
Il termine g. viene utilizzato con significati diversi: l’arte di scrivere correttamente una lingua e il libro con cui la si insegna; la scienza che studia la forma e la struttura di una lingua definendone e descrivendone gli elementi costitutivi.
1. I greci mostrarono un grande interesse per la g., considerata strumento necessario per un uso appropriato della lingua. Nelle scuole ellenistiche lo studio della g. si impartiva a tre livelli: a livello primario, da parte del grammatistés, secondario da parte del grammatikós e superiore da parte del sophistés o retore. La g. assunse grande importanza presso gli alessandrini e rese possibile la traduzione dell’A. T. in gr. (versione dei Settanta) oltre che la continuità delle antiche opere classiche greche e lo sviluppo delle tecniche di critica testuale e dei criteri di autenticità e di completezza.
2. In questo clima, esteso alle diverse città ellenistiche, lavorò Dionisio di Tracia, maestro di Rodi, autore della prima g. greca o manuale (téchne), che si diffuse con successo in tutte le scuole. Per la prima volta vengono analizzate le diverse parti del discorso e si identificano le vocali, le consonanti, le sillabe, i dittonghi, i nomi, i verbi, gli articoli, ecc. I latini ellenizzati ereditarono la g. di Dionisio e l’applicarono allo studio del lat. nelle scuole. Nel Basso Impero eccelsero i contributi di Donato con la sua Ars grammatica e le Institutiones grammaticae di Prisciano. Alla semplice g. analitica del maestro di Rodi si aggiunsero la sintassi, lo studio dei casi delle preposizioni latine, gli idiotismi, i barbarismi, l’ortografia, la dizione, la metrica, ecc. La g. di Prisciano (m. nel 526), professore che insegnava lat. a Costantinopoli a studenti greci, fu utilizzata come testo scolastico nel → Medioevo da Boezio, s. Benedetto, Cassiodoro, → Isidoro di Siviglia e da Beda il Venerabile, che l’integrarono nei loro testi pedagogici come una parte importante.
3. La considerazione per la g. continuò durante il Rinascimento e fino al sec. XVII, periodo in cui il lat. fu a poco a poco abbandonato nelle scuole popolari a favore delle g. delle lingue nazionali utilizzate sia nelle scuole di → La Salle, sia in quelle di Port-Royal. Nel sec. XIX si insegnò in tutte le scuole europee la g. della lingua nazionale.
Bibliografia
Chomsky N., Aspects of the theory of syntax, Cambridge, Mit Press, 1965; Riché P., Les écoles et l’enseignement dans l’Occident chrétien de la fin du Ve siècle au milieu du XIe siècle, Paris, Montaigne, 1979; Marrou H. I., Storia dell’educazione nell’antichità, Roma, Studium, 1984; Mourelle de Lema M., Elio A. de Nebrija y la génesis de una gramática vulgar, Madrid, Grugalma, 2006.
B. Delgado