GLOBALITÀ DIDATTICA
GLOBALITÀ DIDATTICA
È un principio didattico connesso con quelli della → gradualità, dell’unitarietà e dell’integralità.
1. Nella storia della didattica il termine g. (da «globale» = complessivo, totale, intero) è stato usato per esprimere un concetto psicologico e gnoseologico secondo cui l’intuizione del tutto è anteriore alla cognizione delle parti e all’integrazione, concetto riferito soprattutto alla caratteristica della percezione infantile, ma non solo (già s. → Tommaso scriveva come la prima percezione di un oggetto è necessariamente sub confusione quadam). Titone (1975), ad es., riconoscendo che la nostra conoscenza ogni qualvolta si presenti come iniziale è confusa e globale, ossia imperfetta, parla del «principio della g. dell’apprendimento iniziale» attribuendovi un significato di «indubbia universalità». I termini «globalizzazione» e «globalismo» vengono utilizzati in genere per indicare la traduzione didattica di tale concetto psicologico e gnoseologico, come lo è il cosiddetto «metodo globale» proposto da → Decroly (1929) ed utilizzato in particolare nell’insegnamento della lettura e della scrittura.
2. L’iter didattico metodologico che si adegua a tale principio prevede i seguenti passaggi rispondenti al principio della gradualità: a) il momento globale e sincretico, che è caratterizzato dalla conoscenza sommaria, intuitiva o indistinta delle strutture globali; b) il momento della differenziazione o momento analitico, caratterizzato dall’individuazione e dall’approfondimento dei diversi aspetti; c) il momento dell’integrazione o momento sintetico, caratterizzato dalla ricostruzione organica e dalla ristrutturazione consapevole degli elementi in una nuova totalità significativa. Seguire questi passaggi comporta, in pratica, la necessità di tener presenti, come punto di partenza, l’esperienza vitale dell’alunno, il suo vissuto e il suo contatto diretto con la realtà, le sue conoscenze pregresse e i suoi interessi.
3. La regola didattica «dal globale all’analitico», applicata anche all’organizzazione scolastica in generale, è presente già in → Comenio; è denominata «procedimento ciclico e a spirale» e consiste nel mantenere ad ogni livello scolastico l’intero orizzonte scientifico culturale, progredendovi per approfondimenti e specializzazioni.
4. Si è discusso circa la validità del criterio della «globalizzazione» nell’organizzazione didattica curricolare. Si è concordi che la globalizzazione costituisce solo il punto di partenza e che non tutto l’apprendimento può essere globalizzato. Come ha suggerito → Hessen, di una completa globalizzazione didattica si può parlare soltanto in riferimento alla prima classe elementare in cui non ci sono vere e proprie materie, ma diverse attività. Oggi, la g.d. ha un significato molto più ampio di quello iniziale, che evidenzia cioè l’esigenza sia dell’integralità, sia dell’unitarietà dell’educazione. L’apprendimento, infatti, investe l’intera personalità ed è inserito sempre nel processo globale e totale dello sviluppo, pertanto ogni atto didattico deve interessare tutta la persona. La g.d. sottolinea pure l’esigenza dell’integrazione tra scuola ed extrascuola, da un lato, e della dimensione mondiale da tener presente nell’educazione e nell’insegnamento, dall’altro. Il che esige di ridefinire i compiti della scuola e di rivedere i suoi contenuti didattici.
Bibliografia
Decroly O., La fonction de globalisation et l’enseignement, Bruxelles, Lamertin, 1929; Comenio G. A., Didattica magna [1657], Firenze, Sansoni, 1936, 215-216; Hessen S., Struttura e contenuto della scuola moderna, Roma, Armando, 1955; Smeriglio L., «Il globalismo», in L. Volpicelli (Ed.), La pedagogia, vol. 10, Milano, Vallardi, 1972, 127-196; Mencarelli M., Metodologia didattica e creatività, Brescia, La Scuola, 1974, 102-112; Titone R., Metodologia didattica, Roma, LAS, 31975; Pérez G. - A. Aguado, Bases didácticas del proyecto 5 / 8, Madrid, Narcea, 21981.
H.-C. A. Chang