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ÉQUIPE PSICOPEDAGOGICA

 

ÉQUIPE PSICOPEDAGOGICA

L’é.p. (gruppo di lavoro,​​ team,​​ ecc.) indica un insieme di figure (esperti in scienze dell’educazione, psicologi, medici, ecc.) che operano in modo organico, strutturato e interdipendente, all’interno di una istituzione, di un centro o di un servizio, allo scopo di conseguire congiuntamente determinati scopi. L’é.p. si propone di coinvolgere e di far interagire diverse competenze professionali specialistiche a servizio dell’educazione in vari ambiti applicativi. Essa è distinta dall’é. clinica che riguarda specialisti che attendono ad un compito terapeutico o assistenziale. Inoltre non va confusa con gruppi di lavoro che si prefiggono scopi didattici o con la pedagogia di gruppo che riguarda l’educazione all’interno, attraverso e a favore di un gruppo.

1. Sotto l’aspetto strutturale,​​ l’é.p. si configura come cooperazione di diverse figure professionali, raggruppate in un organigramma al cui vertice si pone una figura professionale con compiti di guida e di coordinamento. È auspicabile che la funzione direttiva in una é.p. venga ricoperta e svolta da un esperto in scienze dell’educazione (​​ psicopedagogista) e non da altre figure (come, ad es., medico,​​ ​​ psicologo, terapeuta o altri), per non snaturare la tipologia del servizio e non creare subordinazione dell’approccio pedagogico ad altri tipi di approccio. Esemplificando, l’é.p. trova applicazione nella scuola, per il sostegno agli allievi con difficoltà di​​ ​​ apprendimento, e di socializzazione e per portatori di​​ ​​ handicap; nei​​ ​​ servizi sociali per il recupero del disadattamento e del disagio a favore dei minori (ragazzi, adolescenti, ecc.); nei servizi e centri di orientamento, per l’informazione e il counseling orientativo; nei consultori familiari, nelle comunità-famiglia e nei centri per la tutela dei minori, ecc.

2. Quanto al​​ funzionamento​​ l’é.p. si ispira allo spirito e al metodo del lavoro di gruppo che richiede la presenza delle seguenti condizioni: a) l’interdisciplinarità​​ mediante l’apporto specifico di diverse e distinte figure professionali; b) l’integrazione​​ dinamica e interagente degli operatori, secondo un piano di lavoro concordato e multifocale; c) la​​ finalizzazione​​ degli interventi a servizio dei singoli e dell’istituzione, in attuazione di un progetto educativo esplicitato e coerente (​​ progettazione). Sotto​​ l’aspetto applicativo​​ si pongono tra le altre le seguenti istanze: a) la necessità della​​ formazione psicopedagogica degli operatori,​​ abilitandoli soprattutto al lavoro in é. (training adeguati di formazione, tirocini guidati e supervisione); b) la​​ riappropriazione di guida e finalità pedagogiche​​ all’interno delle é.p., contrastando la tendenza ad assegnare la conduzione di esse a personale sociale e sanitario, col rischio di medicalizzare l’educazione o di posporla a finalità istituzionali di altro tipo (servizio sanitario, politiche giovanili, gestione del territorio, ecc.).

Bibliografia

Pavan G.,​​ Il lavoro di é.,​​ in «Anziani Oggi», n. 3 / 4, dic. 1999; Bonomo V.,​​ Il lavoro d’é. nelle professioni sociali,​​ in «Educare.it - Rivista on line» 2003, 7; Mariani V.,​​ Il lavoro d’é. nei servizi alla persona,​​ Livorno,​​ Edizioni del Cerro, 2006.

S. De Pieri