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EMIGRAZIONE

 

EMIGRAZIONE

Con riferimento all’unità politica di uno Stato e al suo complesso demografico-territoriale si distinguono le «migrazioni interne» dalle «migrazioni esterne», intendendo rispettivamente gli spostamenti di popolazione entro i confini politici di detto Stato oppure gli spostamenti da uno Stato all’altro in entrata (immigrazione) ed in uscita (e.) rispetto al territorio di osservazione.

1.​​ Caratteri dell’e.​​ Le migrazioni sono un fenomeno sociale di rilevanza mondiale poiché tutti i Paesi vi sono interessati anche se in diversa misura e gli effetti di esse sono di carattere strutturale e relazionale in quanto viene alterata la distribuzione della popolazione e vengono messe in atto specifiche dinamiche collettive ed individuali che incidono sull’assetto urbano-rurale, sull’offerta / domanda dei servizi, sulla psicologia soggettiva, familiare, di gruppo. Nei vari Paesi non vi è un generale consenso circa la definizione del «migrante» ed i criteri variano perfino all’interno dello stesso Stato da un’epoca all’altra. Più spesso ci si riferisce alla​​ durata​​ e al​​ motivo​​ dello spostamento, comprendendo nella voce chi cambia la propria residenza e chi si muove per lavoro o per ragioni familiari a causa della pressione demografica differenziale (diversità nel rapporto di ritmo tra sviluppo demografico e sviluppo economico) tra luogo di provenienza e luogo di destinazione. Dal punto di vista storico le migrazioni dell’antichità avvenivano soprattutto per gruppi e gli stessi nuclei familiari si muovevano insieme, mentre le migrazioni contemporanee sono essenzialmente individuali; si muove il singolo nucleo familiare, e possono assumere il carattere di «catena migratoria»: l’e. viene favorita da relazioni sociali primarie (familiari, parentali, amicali) con i precedenti migranti.

2.​​ Momenti storici dell’e. italiana.​​ Le fasi principali dell’e. italiana sono relative: a) al grande esodo, soprattutto di contadini del Sud del periodo che va dal 1876 al 1915; b) al periodo tra le due guerre mondiali nel quale vi è l’e. verso Europa e Nord dell’Italia e verso Argentina e USA; c) all’epoca successiva alla seconda guerra mondiale con l’incremento dell’e. verso il Canada, l’Australia, il Sud Africa e con l’aumento delle migrazioni interne, dal Sud verso il Nord della Penisola. Dalla fine degli anni ’80 in Italia si verifica una tendenza rovesciata, per lo più a livello percettivo sociale, rispetto alle precedenti epoche: da Paese di e. diviene Paese di immigrazione per soggetti sostanzialmente giovani, con livello di istruzione medio-alto provenienti dall’Africa settentrionale, dall’Asia del Sud-Est, dall’Europa dell’Est.

3.​​ Aspetti educativi.​​ Dal punto di vista dell’offerta e della domanda di istruzione è in particolare la scuola dell’obbligo a doversi attrezzare intellettualmente e tecnicamente per meglio rapportarsi alla società multietnica, anche partendo da iniziative di​​ ​​ educazione interculturale, di formazione universitaria dei docenti, di educazione alla cittadinanza e alla cultura costituzionale. Organismi internazionali e nazionali, amministrazioni locali e movimenti di​​ ​​ volontariato, trovano nell’educazione degli​​ ​​ adulti migranti una forma costante del loro intervento. Nell’ambito dei migranti assumono aspetti specifici la pedagogia della seconda lingua, la formazione culturale, l’educazione alla salute e l’educazione civica.

Bibliografia

Tierney J. (Ed.),​​ Race,​​ migration and schooling,​​ London, Holt Rinehart Winston, 1982; Chistolini S.,​​ Donne italoscozzesi.​​ Tradizione e cambiamento,​​ Roma, Centro Studi E., 1986; Biffoli Dezzutti D. - A. T. Torre (Edd.),​​ Immagini dell’altro nella cultura europea contemporanea, Torino, L’Harmattan Italia, 1996; Giusti M. (Ed.),​​ Ricerca interculturale e metodo autobiografico. Bambini e adulti immigrati: un progetto,​​ molte storie, Scandicci (FI), La Nuova Italia, 1998; Lazzari F.,​​ L’attore sociale fra appartenenze e mobilità: analisi comparate e proposte socio-educative, Padova, CEDAM, 2000.

S. Chistolini