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CATECUMENATO

 

CATECUMENATO

Il c. richiama storicamente l’istituzione dei primi secoli della​​ ​​ Chiesa per l’accoglienza e accompagnamento dei candidati al battesimo. È un processo di apprendistato della fede e della vita cristiana con diverse tappe e riti, in vista della piena incorporazione nella Chiesa per mezzo dei sacramenti d’iniziazione (​​ sacramenti).

1. Il c. ebbe il suo momento migliore nel sec. III e attesta la serietà con cui era seguito il cammino di conversione e maturazione dei candidati cristiani. Scomparve poi praticamente nel sec. V con la generalizzazione del battesimo dei bambini. Nell’evo moderno si sono avute forme di ripristino del c. in Asia e Africa e, dopo gli anni ’50, anche in Europa e altrove, come esigenza di una società secolarizzata e pluralistica. Il c. prevede ordinariamente 4 tappe: il​​ precatecumenato,​​ tempo di accoglienza e primo approccio alla fede; il c. propriamente detto, tirocinio di catechesi, riti ed esperienze di vita; il tempo della​​ purificazione e illuminazione,​​ che porta ai sacramenti pasquali di iniziazione; la​​ mistagogia​​ o rafforzamento della vita sacramentale e comunitaria.

2. È grande la rilevanza pedagogica del c. in quanto agenzia di​​ ​​ socializzazione religiosa, luogo di​​ apprendimento della fede​​ e esperienza forte di​​ ​​ iniziazione cristiana. Da parte del catecumeno, il c. offre diversi fattori e contenuti (persone significative, processi di apprendimento, momenti celebrativi, riti di passaggio ed esperienze di comportamento) per la maturazione di atteggiamenti e condotte. Il c. impegna anche diverse figure di educatori (accompagnatori, catechisti, padrini, pastori) che svolgono un importante ruolo educativo di discernimento, accoglienza e accompagnamento.

Bibliografia

Laurentin A.,​​ Breve storia del c.,​​ Leumann (TO), Elle Di Ci, 1984; Floristán C.,​​ Il​​ c.,​​ Roma, Borla, 1993; Bourgeois H.,​​ Teologia catecumenale, Brescia, Queriniana, 1993; Cavallotto G.,​​ C. antico. Diventare cristiani secondo i Padri,​​ Bologna, Dehoniane, 1996.

E. Alberich