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BASILIO DI CESAREA

 

BASILIO DI CESAREA

n. a Cesarea di Cappadocia nel 330 ca. - m. nel 379, padre della Chiesa, santo.

1. Nato in una famiglia nobile e cristiana, compie brillanti studi a Cesarea, Costantinopoli e Atene, dove diviene amico di Gregorio di Nazianzo. Il giovane B. si dedica con entusiasmo agli studi classici. Gli viene offerta la cattedra di «retore», a Neocesarea, che egli rifiuta: è il tempo della sua conversione e del suo ritiro, è la scoperta di Dio. Poi è la volta della scoperta della via alla perfezione, cioè la meditazione della Scrittura (Lett.​​ 2, 3; PG 32, 288), alla base delle sue​​ Regole.​​ Terminati gli studi, verso il 358 chiede il battesimo; si dà alla vita ascetica di cui diviene legislatore. Nel 370 è nominato vescovo di Cesarea. Scrive tra l’altro, il​​ Discorso ai giovani.

2. I monasteri di B. offrono anche scuole (paragonabili agli attuali seminari minori) per ragazzi. L’educatore ha il compito d’insegnare al giovane «dall’inizio le nozioni elementari» del bene e del male, di presentargli «esempi di pietà», in modo che l’educando possa giudicare prontamente ciò che è bene e ciò che è male; ne deriverà, infine, che «l’abitudine acquisita gli procurerà la facilità di agire bene» (cfr.​​ 15a​​ Grande Regola;​​ PG 31, 952-957). Sullo sfondo del​​ Discorso​​ si avverte il problema dell’incontro / scontro storico fra Cristianesimo e cultura pagana (o esterna). Il significato del​​ Discorso,​​ che si rivolge a giovani studenti (15 / 16 anni), parenti di B., e indirettamente a persone di cultura, è di proporre consigli per utilizzare gli scritti della letteratura classica e, al tempo stesso, offrire una proposta di ascesi cristiana. L’operetta, finalizzata a valorizzare l’ideale monastico presso giovani, parenti di B. e legati alla cultura classica, sarà ripresa in seguito e messa alla portata di tutti i giovani.

3. La struttura del​​ Discorso,​​ si articola in due parti: nella prima sono presi in considerazione gli scritti della letteratura profana, nella seconda sono oggetto di riflessione i comportamenti positivi presenti nella cultura e nella vita dei pagani, la cui utilità non è da disattendere. La conclusione riafferma il motivo dominante dell’operetta, quello di una certa qual convergenza a livello pedagogico degli autori profani e della Scrittura, che rappresenta il vertice della​​ ​​ paideia​​ cristiana. In concreto, ai giovani frequentatori della scuola pagana, B. illustra la funzione propedeutica di essa nel comprendere i sacri insegnamenti dei misteri. La finalità fondamentale del​​ Discorso ai giovani​​ è formare nell’animo giovanile la capacità di compiere scelte critiche, prospettando alla loro libertà di giudizio i criteri essenziali. Ma per essere cristianamente critico il giudizio di scelta dev’essere in grado di discernere quanto ci riguarda specificamente.

Bibliografia

Jaeger W.,​​ Cristianesimo primitivo e paideia greca,​​ Firenze, La Nuova Italia, 1966; Naldini M. (Ed.),​​ B.d.C.,​​ Discorso ai giovani. Oratio ad adolescentes, Firenze, Nardini,​​ 21990, 9-77; Pasquato O.,​​ Educazione classica e educazione cristiana nella storiografia di H. I. Marrou,​​ in «Orientamenti Pedagogici» 34 (1987) 11-40; Spidlik T., «S.B.d.C.», in M. Midali - R. Tonelli (Edd.),​​ Dizionario di pastorale giovanile,​​ Leumann (TO), Elle Di Ci,​​ 21992, 1094-1097.

O. Pasquato